Letizia Battaglia, nota fotografa e reporter, è stata censurata nella sua ultima campagna per Lamborghini.
La sua è realmente una comunicazione sbagliata o c’è dietro qualcosa di più?
La campagna per Lamborghini
Letizia Battaglia è una fotografa palermitana diventata nota al grande pubblico per le sue inchieste di reportage contro la Mafia siciliana.
Le viene commissionata l’ultima campagna pubblicitaria per Lamborghini, dal titolo With Italia, for Italy, che decide di scattare a Palermo. Le protagoniste di questa campagna sono ragazzine. Questo fa scaturire la polemica che porterà Lamborghini a decidere di censurare ed eliminare le fotografie dai propri social e dalla propria comunicazione pubblicitaria.
Letizia Battaglia censurata
Non una di meno, il movimento transfemminista, scrive una lettera alla fotografa ottantacinquenne in cui chiede un confronto con la creatrice dell’ultima campagna per Lamborghini.
Riteniamo che la campagna pubblicitaria che hai firmato per Lamborghini riproponga rappresentazioni profondamente sessiste e maschiliste che dobbiamo sanzionare. Anche questa volta, un’occasione è andata persa: il linguaggio delle immagini e la cultura visuale fanno da scenario al patriarcato e al sessismo.
Queste le parole cardine dell’esposto firmato dalle attiviste.
La polemica vuole infatti mettere in luce la natura provocante della campagna.
Anche se, a ben guardare, di provocante c’è davvero poco.
Vengono infatti riprese due ragazzine, accostate ad un prodotto di lusso, ma queste immagini non sono poi così dissimili da ciò che si può trovare quotidianamente sui social frequentati dal target più giovane, come ad esempio Instagram e Tik Tok.
I social che polarizzano
È noto ormai da tempo: i social polarizzano l’opinione pubblica.
È così che Donald Trump ha vinto le elezioni USA del 2016 ed è così che le ha perso le ultime.
Era già successo con Chiara Ferragni quando aveva trascorso un pomeriggio agli Uffizi. In quell’occasione si accese un putiferio mediatico senza alcun tipo di logica.
Netflix ha dedicato un intero documentario al tema della polarizzazione attraverso i social.
Dal titolo The Social Dilemma il lungometraggio firmato Netflix ha catalizzato l’attenzione di spettatori ed esperti di comunicazione.
Certo è che il paradosso, in questo caso, è lampante.
La domanda che verrebbe da porsi è: tutte le persone che si sono indignate per questa campagna sui social non li frequentano abbastanza da comprendere in che modo gran parte dei ragazzini li utilizzano?
La censura come punto di forza
La censura è da sempre un ottimo mezzo di comunicazione: ciò che viene censurato fa scalpore, crea indignazione e dibattito.
Ne è un esempio il fotografo Oliviero Toscani, di cui i più noti lavori sono stati censurati.
Molti suoi lavori hanno fatto talmente scalpore da essere stati ritirati e censurate ricevendo, paradossalmente, maggiore attenzione da parte dei media, creando rumore e rimanendo impressi nella storia della pubblicità e dell’opinione pubblica.
La lezione sembra semplice: essere controversi da molta più visibilità di quella che ci aspetterebbe.
Le dichiarazioni di Letizia Battaglia
La fotografa ha reagito dichiarandosi dispiaciuta per le polemiche e per non essere stata compresa.
Era suo intento raccontare un Palermo giovane, fanciullesca e femminile. Non certamente erotizzata.
Le attiviste affermano: “queste immagini sono problematiche per il retaggio culturale che evocano”.
La fotografa controbatte dichiarando:
Non ho nulla da dire a femministe che non hanno capito le mie fotografie: io sono contro il potere e la società sessista. Le bambine in questione danno le spalle alla Lamborghini, sfuocata sullo sfondo, guardano me con i loro occhi potenti, capaci di farsi denuncia. Sono le bambine il vero potere, non le macchine di lucco.
È l’incomprensione ai tempi dei social?
Questo non sappiamo dirlo, ma sappiamo che in un modo o nell’altro delle fotografie in questione si è parlato molto più di ciò che ci si aspettava.