Aiutarti a comunicare meglio è l’obiettivo di questo blog.
Se hai letto i nostri articoli sai quali sono i principi con cui vengono scritti: darti uno spunto efficace che puoi attuare nella vita aziendale di tutti i giorni.
Proprio in questo periodo ci è capitato tra le mani il più famoso libro di Seth Godin: La mucca viola.
Come ben saprai, Seth scrive da sempre di marketing, e quello è certamente il manuale che lo ha reso noto in tutto il mondo.
IL PRINCIPIO DELLA MUCCA VIOLA
Il principio è molto semplice: sii differente se non vuoi soccombere in mezzo ad una marea di entità uguali.
Lo scrittore sottolinea come proporre qualcosa di unico (ed essere unici) sia la chiave essenziale per poter sbaragliare la concorrenza, che solitamente si ritrova ad inseguire la stessa meta con gli stessi mezzi. E allora fare la corsa al budget più importante per farsi sentire di più sembra essere una mossa poco vincente, perché se tutti comunicano e propongono la stessa cosa nessuno comunica qualcosa di rilevante.
Quali sono i consigli che fornisce il signor Godin?
Il punto cardine, come detto prima, è sempre solo uno: differenziati!
Ci sono parecchi modi per poterlo fare: dal proporre un prezzo differente, al creare un packeging particolare, sempre però senza mai trascurare il proprio prodotto.
Un prodotto di qualità non ha necessità di campagne marketing con budget eccessivamente elevati perché il passaparola sarà maggiormente sufficiente (e spesso più funzionale) di una mediocre campagna pubblicitaria.
Ma come potremmo coniugare un ottimo prodotto ad una campagna efficacie?
QUAL È LA CHIAVE PER DIFFERENZIARSI?
Un suggerimento che fornisce Godin è quello di essere controversi.
Urlare fuori dal coro può accendere i riflettori su di noi e sul nostro brand.
ESEMPIO 1: OLIVIERO TOSCANI
Se pensiamo all’Italia vengono subito in mente le campagne di Oliviero Toscani, che ha fotografato spesso per Benetton, spostando il discorso dalla moda al sociale.
La fotografia di Toscani non è travolgente per la tecnica con cui viene realizzata ma per il contesto in cui viene creata e diffusa (generalmente stampa e cartelloni pubblicitari) e per il contenuto ad alto impatto visivo.
Tra le campagne più note abbiamo Jesus – chi mi ama mi segua (campagna di un paio di jeans di cui ha scritto anche Pier Paolo Pasolini), No-Anorexia, per il brand Nolita, mentre tra quelle firmate per Benetton spiccano le innumerevoli campagne contro l’AIDS e la guerra in Vietnam.
Alcune hanno fatto talmente scalpore da essere state ritirate e/o censurate ricevendo, paradossalmente, maggiore attenzione da parte dei media, creando rumore e rimanendo impresse nella storia della pubblicità e dell’opinione pubblica.
Cosa potremmo imparare da questa piccola lezione e da questo genio della comunicazione?
Due cose fondamentali:
a. Un brand non deve necessariamente parlare solo dei propri prodotti: spesso le campagne Benetton curate da Toscani enfatizzavano eventi sociali (AIDS, Vietnam, pena di morta, integrazione razziale, ecc…) piuttosto che pubblicizzare prodotti di moda. Tutto ciò andava a conferire a Benetton un certo tipo di narrazione che innescava nei propri clienti un sentimento di Brand Love, come specificato in questo articolo. Coinvolgere le emozioni è un ottimo modo per far sì che le persone riconoscano il tuo marchio e diventi, ai loro occhi, unico.
b. Essere controversi può darti più visibilità: come sottolineato prima, il fatto che alcune campagne siano state censurate ha reso possibile che più gente ne parlasse. Ora, non è detto che si debba necessariamente fare una campagna politicamente scorretta con il solo fine di creare scandalo (spesso questo è controproducente perché il gioco viene scoperto), ma portare avanti i propri valori in modo coerente ripaga nel medio/lungo termine.
ESEMPIO 2: TERRY RICHARDSON
Analizzando sempre un altro fotografo molto controverso per la sua attitudine e il suo stile di vita, troviamo Terry Richardson, che ha firmato campagne per Tom Ford, Sisley, Gucci, Diesel, Supreme e che è noto per la grande capacità di mettersi sempre al limite.
Ora, le sue campagne sono spesso mera provocazione fine a se stessa. Lo scopo principale è sconvolgere più che coinvolgere. Non cerca quasi mai di stuzzicare l’intelletto. Ne sono un esempio le innumerevoli pubblicità in cui copre i genitali delle ragazze attraverso i prodotti sponsorizzati.
Tuttavia c’è una campagna molto ben progettata per Sisley in cui sono riprese un paio di modelle nell’atto di “sniffare” un vestito del marchio italiano. In questo modo critica costruttivamente il jet set della moda.
Spingersi fino a questo punto ha senso?
Una campagna di Richardson crea oscenità e fa parlare di sé ma non sempre spingersi così in là, quando non si trasmettono valori, è funzionale, perché il brand rischia di essere cannibalizzato dalla campagna ed etichettato in modo inesatto e lontano da ciò che vorremmo.
ESEMPIO 3: BUONDÌ
Come ultimo esempio ricorderete la risonanza mediatica che ebbe la pubblicità di Buondì.
Un asteroide gigante colpiva la madre della povera bambina che le chiedeva una colazione “leggera ma decisamente invitante”.
L’ironia dimostrata da Motta è sconvolgente e dissacrante, al punto da far sì che lo spettatore si fermi a seguire lo spot e lo ricordi nel tempo. In secondo luogo sono stati molto intelligenti suddividendo la narrazione in puntante, così da poter fidelizzare il cliente, renderlo partecipe e coinvolgerlo.
È vero che in nessuna delle pubblicità proposte venivano elencate la qualità e le caratteristiche del prodotto, ma è altrettanto vero che l’obiettivo prefissato era tutt’altro: far parlare di sé, dare una botta di freschezza all’intero brand e alla sua comunicazione.
COMUNICARE MEGLIO
Ecco, questi sono tre semplici esempi in cui abbiamo analizzato, molto brevemente, alcuni spunti che possiamo attuare nella comunicazione del nostro brand chiunque noi siamo.
La controversia è solo una delle tante tecniche, ovviamente, ma spesso risulta molto efficace.
Importante è conoscere quali siano i rischi che si corrono senza avere però timore di sbagliare.
Se non si rischia mai non si ottiene nulla.
Per oggi terminiamo l’articolo con questa domanda che porta ad una riflessione: in che modo possiamo fare realmente la differenza?
Nelle prossime occasioni andremo ad analizzare altri aspetti importanti della comunicazione e del brand, sempre per darti consigli concreti e reali.
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In ultimo ti consigliamo di leggere La mucca viola, che potrà fornirti ulteriori idee e spunti.